
IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE (CPP)
«Il Consiglio Pastorale ha un duplice fondamentale significato: da una parte rappresenta l’immagine della fraternità e della comunione dell’intera comunità parrocchiale di cui è espressione in tutte le sue componenti, dall’altra costituisce lo strumento della decisione comune pastorale».
Sinodo 47° della Diocesi di Milano (Cost.147, § 2 )
Verbale e convocazione c.p.p. 2025 - 2026
GLI ELETTI E I DESIGNATI
In cammino per un nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale
L’arcivescovo Mario chiede, in questa ultima domenica dopo l’Epifania, di annunciare alla comunità cristiana l’avvio del percorso di rinnovo dei Consiglio Pastorali Parrocchiale (CPP), del Consigli degli Affari Economici Parrocchiale (CAEP) e, aggiungo io, del Consiglio dell’Oratorio (CO).
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è un organo di comunione che, come immagine della Chiesa, esprime e realizza la corresponsabilità dei fedeli (presbiteri, diaconi, consacrati e laici) alla missione della Chiesa, a livello di comunità cristiana parrocchiale. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è l'organismo attraverso il quale si cerca, oggi, di fare in modo che ogni battezzato esprima la sua vocazione e partecipi alla missione della Chiesa. La ragion d’essere del Consiglio Pastorale Parrocchiale fonda le sue radici nella dottrina conciliare che ricorda: "I laici, radunati nel popolo di Dio e costituiti nell'unico Corpo di Cristo sotto un solo capo, chiunque essi siano, sono chiamati come membra vive a contribuire con tutte le loro forze, ricevute dalla bontà del Creatore e dalla grazia del Redentore, all'incremento della Chiesa e alla sua ininterrotta santificazione” (LG 33). Il primo motivo della ragion d’essere del Consiglio Pastorale Parrocchiale è il nuovo modo di pensare la parrocchia spesso inserita in una unità pastorale. Il secondo motivo della ragion d’essere del Consiglio Pastorale Parrocchiale è quella di essere un organismo consultivo che esprime rappresentativamente l'intera comunità parrocchiale, raccolta intorno al suo Parroco.
Sotto la guida del Parroco il Consiglio Pastorale Parrocchiale consiglia il parroco ricercando, studiando e proponendo pratiche conclusioni circa le opere pastorali che hanno attuazione in parrocchia; offre un servizio alla comunità nella sua missione di evangelizzazione, santificazione e promozione umana. Studia la situazione della comunità cristiana locale sotto gli aspetti religiosi, morali, sociali umani; propone programmi di attuazione sulle questioni riscontrate di maggiore urgenza, sempre in armonia con le deliberazioni e i programmi della Conferenza Episcopale Italiana e della Diocesi di Milano.
Sorge allora spontanea la domanda: cosa c'è alla base del Consiglio Pastorale Parrocchiale? Il Consiglio Pastorale è un'immagine di Chiesa di cui il Consiglio vuole essere un segno: è l'immagine di Chiesa quale comunità dei credenti nel Signore Gesù; una Chiesa nella quale ogni credente è chiamato a svolgere un servizio; una Chiesa realtà di comunione articolata, dove vescovo, presbiteri, diaconi, religiosi, laici hanno ciascuno il proprio compito. Per questo chi ne fa parte non può che avere una autentica mentalità ecclesiale. Dalla mentalità discende il modo di pensare che detta il modo di agire. Tale mentalità non può che essere cristocentrica: il punto di riferimento obbligato è Cristo. È lui il centro, il capo della Chiesa; è lui che la guida, che la fa vivere, che la salva. Ecclesiale: la salvezza è personale ma si realizza in una comunità, perché Cristo Salvatore è vivente nella comunità. Missionaria: la salvezza non è rivolta solo a quelli di casa, è data perché sia estesa fino ai confini della terra. Non ci si può attardare o rinchiudere solo nel proprio gruppo o movimento, ma occorre aprirsi a tutta la comunità. Di servizio: è la mentalità descritta dalla parabola dei servi inutili, una mentalità umile, disponibile a dare a Dio e ai fratelli tempo, intelligenza, doti, impegno senza niente chiedere. Si serve mettendo a disposizione degli altri quel che si ha e quel che si è. Essere Consiglio Pastorale Parrocchiale è un servizio ecclesiale importante, per il quale vale la pena di spendere tempo e di soffrire. La prima promozione dell'uomo è aiutarlo ad avere un rapporto vivo e vitale con Dio e in Dio col mondo, con se stessi, con la storia. Impegnarsi perché l'uomo creda e perché l'uomo viva nella fede è l'impegno oggi più urgente.
Voi aiutare la tua comunità a camminare: proponiti come membro del Consiglio!
Ti aspetto!
don Gigi
Viviamo il grande tempo della Pasqua pregando e interrogandoci circa la disponibilità alla candidatura per il Consiglio Pastorale Parrocchiale, il Consiglio dell’Oratorio e il Consiglio Affari Economici Parrocchiale.
Ciascuno di noi ha dei doni particolari ed è bene che la comunità valorizzi ciascuno dei carismi che le sono donati dallo Spirito Santo; qui facciamo appello soprattutto a chi ha due importanti caratteristiche, che presento brevemente.
La prima caratteristica: avere una visione (“vision”, in lingua inglese, è ormai termine usato anche in ambito sociale e imprenditoriale), cioè avere uno sguardo ampio sulla realtà, intravederne le linee fondamentali, suggerire dei percorsi per smuoverci verso quella meta. Come avere una “visione” così profonda? Noi pensiamo che essa sia dono dell’ascolto delle Sacre Scritture e della docilità allo Spirito di Dio.
La seconda caratteristica: avere passione e propensione per il lavoro collegiale. Alcune persone hanno qualità eccellenti, ma giocano la partita della vita in modo individuale; altri pensano di non avere pari nel loro lavoro; altri difendono interessi di parte… Il consigliere pastorale butta sul piatto dell’azione comune il suo contributo, accoglie quello altrui, punta al massimo comune denominatore che sia appunto il “massimo” possibile qui e ora, perché è “comune”, condiviso, raggiunto col maggior numero e per il maggior numero di fratelli e sorelle della comunità.
A questo punto interviene un contributo specifico di tutti i fedeli della nostra parrocchia, in due direzioni:
1. pensare se non ci siano le condizioni per una propria candidatura;
2. proporre una persona conosciuta, che possa offrire un valido contributo nel nuovo Consiglio Pastorale.
Settimana prossima metteremo a disposizione un modulo per la scelta dei candidati o per la propria candidatura da portare presso la segretaria della Parrocchia o dell’Oratorio. Chi volesse confrontarsi con me, non si faccia scrupoli e mi contatti.
don Gigi
Carissimo,
in un'intervista Benigni disse: «Senza risveglio non si può sognare».
Viviamo in una società e in una chiesa cui sono stati scippati i sogni, che punta più a mantenere l’esistente che a generare futuro possibile.
In questo tempo di Pasqua vorrei ricordare a tutti la grande vocazione al risveglio: essa ci fa credere possibile e vicina una chiesa accogliente e liberante, un linguaggio fresco e vitale per dire la bellezza del vangelo, ci fa coltivare e operare per il sogno di una comunità semplice e felice.
Collabora e prega per la tua parrocchia: vorrei fosse una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti.
Scegli d’impegnarti per la tua comunità. Non ti nascondo che ci sono alcune responsabilità che meritano di essere prese in considerazione.
Quella educativa: c’è bisogno di catechisti perché nei prossimi anni si possa vivere il cammino della catechesi per i bambini in modo nuovo e coinvolgente. C’è bisogno di educatori per i preadolescenti e gli adolescenti perché possano scoprire che si può stare al mondo con gusto e gioia!
Quella del consigliare: c’è bisogno di adulti che vogliano impegnarsi nel consiglio pastorale e dell’oratorio, perché la Parrocchia sia capace di leggere la realtà del territorio e accompagnarlo con cammini veri e possibili.
C’è bisogno di te! In fondo basta solo che un uomo torni a sognare perché tutta l’umanità profumi di bellezza.
Vorrei fossi tu quell’uomo!
Vorrei inviarti a un cammino per dare un volto nuovo alla nostra parrocchia, al nostro oratorio.
Con affetto e stima,
don Gigi
P.s.
Ti aspetto per una bella chiacchierata.